Cosa posso fare per insegnare al mio piccolo a dormire tutta la notte nel suo lettino?

Come affrontare i disturbi del sonno nel neonato e nel bambino: l'intervista alla dott.ssa Pagano "Consulente del Sonno"

Argomento scottante: il sonno... spesso il sonno diventa l'incubo delle mamme, ma anche dei papà, soprattutto nei bambini 0-3 anni. Fatica ad addormentarlo la sera, tanti risvegli notturni, notti insonni a cullarlo, portano davvero all'esaurimento.

"Tutto il mio regno per una notte intera di sonno" , le mamme di bambini che non dormono arrivano davvero ad essere stravolte e darebbero qualsiasi cosa per trovare una soluzione. Quello che sappiamo è che una soluzione univoca non c'è, ma ci possono essere abitudini da cambiare, consigli pratici, prove da fare, organizzazioni da migliorare.

Ecco perché nasce ed è sempre più rinomato il ruolo del "Consulente del Sonno", che può essere svolto da psicologi specializzati in questo aspetto, ma anche da altri professionisti. In Italia ci sono diverse organizzazioni che svolgono le consulenze, spesso anche online, tramite video, corsi, chat private, fino ad un incontro vero e proprio se la situazione lo richiede.

Versilia Bimbi ha intervistato per voi la consulente della Toscana del progetto SonnoBambino.it, la Dottoressa Denise Pagano. Psicologa, consulente del sonno per bambini e adulti, la dottoressa Pagano ha costituito Centro Terramadre, in provincia di Lucca, che offre servizi di sostegno alla gravidanza, dopo parto e primi anni di vita col figlio.

Perché i bambini piccoli si svegliano durante la notte?

E' un aspetto fisiologico fino ai 3-4 anni e servono per far apprendere al bambino il legame tra le varie fasi di sonno, da quella leggera "rem" a quella più profondo. Il momento tra una fase e l'altra è detto "periodo vulnerabile" ed è lì che avvengono i risvegli. Ma attenzione, i risvegli possono essere effettivi quando il bimbo si riattiva e chiama disperatamente i genitori, oppure può essere un risveglio "paradossale" ovvero non del tutto reale, anche se il bambino ha effettivamente gli occhi aperti, mugola e piange. In questo caso se lasciato stare si riaddormenta, se invece i genitori lo prendono si può svegliare definitivamente e avere poi problemi a riaddormentarsi.

Perché il bambino non vuole addormentarsi?

L'addormentamento è una vera e propria separazione dal genitore, soprattutto da 0 a 1 anno quando sta cominciando a comprendere che alla notte seguirà il giorno e che quindi dopo aver dormito si risveglierà e ritroverà i genitori. Finché questa sequenzialità della vita non è totalmente capita, il bimbo può pensare di non vedere più i genitori e quindi vivere questo momento con angoscia, soprattutto se nella famiglia ci sono tensioni di vario tipi.

Quando può essere consigliabile rivolgersi ad un professionista?

Si parla di sonno problematico quando ci vogliono almeno 30-40 minuti per l'addormentamento e ciò si ripete più volte a settimana per più settimane, quindi si parla di una difficoltà presente quasi tutti i giorni. Oppure se ci sono costanti risvegli precoci e frequenti.

Come avviene la consulenza?

La consulenza può avvenire in presenza ma anche online. E' consigliabile la presenza di entrambi i genitori e se possibile anche del bambino. Vengono considerati molti aspetti di vita familiare e del bimbo, in tutte le 24 ore: dal sonno all'alimentazione, dalle sperimentazioni di autonomia durante il giorno alle separazioni dai genitori, creando una panoramica a 360 gradi. Quello che accade il giorno va ad influenzare l'andamento notturno. A ciò segue l'individuazione di obiettivi condivisi e le prove che i genitori possono fare. Non c'è un metodo adeguato a tutti, vanno trovate le modalità che quella famiglia sente di poter portare avanti, dando chiaramente consigli su abitudini corrette, che portino ad un benessere familiare.


Di seguito un estratto dal sito Sonnobambino.it e il video della Dottoressa Pagano.

Domanda sul sonno del bambino: “Cosa posso fare per insegnare al mio piccolo a dormire tutta la notte nel suo lettino?

Questa è una delle domande più frequenti sul sonno del bambino posta dalle neo mamme o da quelle che partoriranno entro breve. Il sonno è uno degli elementi di attenzione quando arriva un bambino. Ciò accade perché ci si aspetta che il sonno di madre e bambino sarà frequentemente interrotto.

Ci sono accorgimenti sul sonno del bambino che possiamo adottare sin dalla nascita del nostro piccolino; questo al fine di impostare buone abitudini ed esperienze in merito al sonno.

Il bimbo appena nato ha bisogno di un contatto continuo con la madre. Secondo la teoria del trimestre mancante, il neonato dovrebbe stare ancora nel ventre della madre altri 3 mesi per essere più pronto al mondo. Effettivamente, molti sensi non sono ancora definiti come vista e udito, il sistema digerente, lo sviluppo del cervello, il controllo del suo corpo… Questo per dire quanto sia naturale che il piccolo ricerchi la nostra vicinanza anche per il bisogno di ridurre i troppi stimoli. Solo soddisfacendo i suoi bisogni di dipendenza, il nostro bambino diverrà realmente autonomo.

Pertanto, per favorire il sonno del nostro cucciolo nei primi 3 mesi di vita, è necessario ricreare l’ambiente intrauterino che lui conosce per rassicurarlo e dargli tranquillità.

7 cose che devi assolutamente sapere per favorire il sonno del tuo bambino

1. Il nostro piccolo è unico e ha tempi suoi…
Ricordiamoci che ogni bambino è diverso dall’altro e che ciò che gli proponiamo va adattato a lui. Ogni passaggio richiede gradualità e pazienza e rispetto dei suoi tempi che sono unici.

2. Aiutiamolo ad adattarsi al mondo fuori dalla pancia
• Di notte possiamo addormentarlo nel suo lettino, o al seno/con il biberon.
• Di giorno, addormentiamolo sulla nostra pancia, tenendolo almeno 20 minuti da quando sembra essersi addormentato. Ciò è necessario perché il sonno del bambino comincia nella fase leggera e passa, successivamente, al sonno profondo. Questo è il motivo per cui si risveglia appena lo appoggiamo nella culla perché sembra dormire.
• Possiamo scegliere di usare la fascia porta bambino. La fascia è utile per soddisfare con facilità il suo continuo bisogno di contatto con noi ed essere protetto da un eccesso di stimoli a cui non è ancora pronto.

3. Aiutiamolo a rilassarsi
• Cogliamo i segnali di stanchezza, senza (quando è possibile) farlo aspettare, perché poi un bambino troppo stanco fatica rilassarsi per addormentarsi.
• Riduciamo l’eccesso di stimoli e rumori sia di giorno che di notte.
• Addormentiamolo al buio sia di giorno che di notte e con la stessa modalità ogni giorno (rituale).
• Riproponiamogli i suoni che sentiva nella nostra pancia, pronunciando “sch, sch”, appena inizia a lamentarsi perché stanco.

4. Addormentiamolo con diverse modalità
• Ricordiamoci di essere pazienti e flessibili nel cambiare le modalità di addormentamento quando cresce e cambiano i suoi bisogni.
• Iniziamo a creare rituali dell’addormentamento (sempre più utili man a mano che crescerà).
• Non cambiamo il nostro piccolo di notte se non è necessario.
• Allattiamo la notte in dormiveglia.
• Quando riusciamo, mettiamolo nel suo lettino/culla, contenendolo, attraverso cuscini da allattamento, coperte arrotolate intorno a lui o fasciandolo. Così piccoli non hanno ancora il controllo del loro corpo e lo spazio vuoto intorno li angoscia (per questo muovono braccia e gambe se non sono contenuti, chiamato Riflesso di Moro), ulteriore motivo di ricerca del nostro contatto contenitivo.
• Ogni volta che possiamo, di giorno, addormentiamolo con diverse modalità. Possiamo cullarlo, cantargli una ninna nanna, una filastrocca, dargli il ciuccio…

5. Rendiamo comodo e semplice l’addormentamento
• Se lo allattiamo al seno, quando riusciamo, di giorno, anticipiamo la poppata (conoscendo i suoi orari) per non addormentarlo sempre al seno.
• Teniamo la culla a fianco del lettone, così appena sarà possibile, dopo averlo allattato, potremmo rimetterlo lì.

6. Rispondiamo ai suoi bisogni, facendogli fare brevi esperienze di autonomia
• Non interveniamo al minimo “rumore nel sonno”, interveniamo solo se non riesce a riprendere il sonno da solo.
• Rispondiamo ogni volta al suo pianto se capiamo che non è solo un lamento.
• Abituiamolo gradualmente ad addormentarsi nel letto/lettino, ricordandoci di riprenderlo appena piange, (per non più di 3 volte, ogni volta) per non fargli fare esperienze negative. Piano, piano, capirà che potrà starci e che verrà ripreso ogni volta che ne sentirà la necessità.
• Ricordiamoci che non creiamo vizi se soddisfiamo i suoi bisogni che cambiano velocemente con la sua crescita.

 7. Tempo per la mamma
• Dormiamo noi mamme appena lo fa lui, dimenticandoci di faccende e impegni (o facciamo solo ciò che è prioritario). Ricordiamoci che il nostro sonno è importantissimo per rispondere con serenità al piccolo. La privazione di sonno per la mamma la rende agitata, nervosa, indisponibile…
• Accettiamo gli aiuti che ci vengono proposti! Il riposo della mamma le permette di godersi il suo bambino con serenità e rispondere ai suoi bisogni.

Tutti questi sono accorgimenti sul sonno del bambino che aiuteranno il nostro piccolo neonato ad imparare gradualmente a divenire autonomo in merito all’addormentamento. E’ necessario, però, essere realistici e non aspettarci che il nostro piccolo dormirà da subito tutta la notte. Questo perché ci sono tante variabili in gioco. Ne sono un esempio il temperamento, la necessità di contatto, l’immaturità del cervello e del ritmo sonno veglia, i disturbi fisici…
Mantenere nel tempo e con costanza questi suggerimenti contribuirà a favorire, gradualmente, buoni sonni.

Intervista Dottoressa Denise Pagano - Consulente del Sonno