La leggenda di San Valentino

Perché si festeggia San Valentino? La leggenda da raccontare ai bambini

San Valentino non è solo la festa degli innamorati: in molti Paesi del mondo, come in America o nelle nazioni del Nord Europa, il 14 febbraio si festeggia anche l'amicizia e la famiglia, più in generale si parla di festa per "chi si vuole bene". I bambini fanno bigliettini per la mamma, per i compagni di classe e per la maestra. Un'usanza che potremmo scoprire anche in Italia con meno regali commerciali e più pensieri carini...

Al di là della storia originale, molto meno romantica, possiamo provare a raccontare ai bambini la leggenda del Santo Valentino (da Terni) che aveva un bellissimo giardino pieno di fiori dove i bambini andavano a giocare.

Alla sera ognuno di loro portava a casa un fiorellino da donare alla famiglia, coltivando sentimenti di amore e gentilezza. Un giorno il Santo venne imprigionato (dagli imperatori romani durante le persecuzioni contro i cristiani) e il giardino chiuso a chiave, lasciando i bambini molto tristi. Nel giardino vivevano due piccioni viaggiatori che decisero di andare alla ricerca del Santo e lo trovarono dietro le sbarre della sua cella. Quando lui li vide, legò al loro collo due sacchettini: in uno c'erano le chiavi del giardino e nell'altro un bigliettino con un messaggio.

I piccioni tornarono dai bambini che trovarono i sacchetti, aprirono il messaggio e lesserò: "A tutti i bambini che amo, dal vostro Valentino". I bimbi poterono rientrare nel giardino e cogliere i fiori per la loro famiglia e i loro amici e da quel giorno scrissero tanti bigliettini per le persone che amavano.

Ecco perché i simboli migliori nel giorno di San Valentino sono bigliettini di amore e fiori, non solo per il proprio innamorato, ma per tutte le persone a cui si vuole bene.



PS: nella storia originale la festività prende il nome dal santo e martire cristiano Valentino da Terni e venne istituita nel 496 d.C. da papa Gelasio I, andando a sostituirsi alla precedente festa pagana dei “lupercalia”, presumibilmente anche con lo scopo di cristianizzare il “rito per la fertilità”. Per gli antichi romani febbraio era il periodo in cui ci si preparava alla stagione della rinascita e i sacerdoti entravano in una grotta, dove secondo la leggenda la lupa aveva allattato Romolo e Remo, e compivano riti propiziatori. Poi mettevano in due urne tutti i nomi degli uomini e delle donne e ne estraevano a casa i nomi per farli vivere in intimità per un anno affinché il rito della fertilità fosse concluso. papa Gelasio I volle terminare questi riti pagani inserendo una festa di amore cristiano, dedicandola al santo Valentino, sacerdote più volte imprigionato dall'imperatore romano Claudio II e poi da Aureliano durante le persecuzioni contro i cristiani.