L'Estate di San Martino

La leggenda di San Martino spiegata ai bambini

Un insolito caldo ci ha accolti stamani...che cos'è? E' l'Estate di San Martino che "dura tre giorni e un pochino...", un particolare fenomeno meteorologico che, da tradizione, viene legato al santo che si festeggia proprio in questa giornata.

Il santo, di origine francese, era un soldato e un giorno venne colpito da un forte temporale: mentre cercava riparo, incontrò un mendicante e divise con lui il mantello per ripararsi dalla pioggia. In poco tempo la tempesta si placò e ritornò il Sole.

Alcuni giorni dopo secondo la leggenda, Gesù apparve in sogno al soldato, in Gallia, nelle sembianze proprio del mercante incontrato con il temporale. Così Martino decise di convertirsi al cristianesimo abbandonando le ami. Divenne poi il vescovo di Tours e viene festeggiato, appunto, l’11 novembre.

Nei giorni in prossimità dell’Estate di San Martino in molte regioni italiane si celebrano riti e usanze di origine contadina che prendono anche il nome di Festa di San Martino. Per esempio in questo periodo venivano ridiscussi i contratti del lavoratori agricoli, avvenivano imponenti fiere di bestiame essendo anche il protettore degli animali con le corna, e ancora oggi vengono aperte le botti per assaggiare il vino novello e si mangiano piatti tipici regionali.


Come spiegare la leggenda di San Martino ai bambini

La leggenda racconta che un soldato dell’esercito romano, figlio di genitori pagani che avevano scelto per lui il nome di Martin, in onore di Marte, il del dio della guerra, in un giorno freddissimo arrivò alle porte di Amiens. Lì trovò a terra un povero mendicante con i vestiti stracciati che chiedeva aiuto. Martin aveva con sé solo il suo mantello militare ma non esitò a toglierselo. Lo divise in due parti e ne mise una metà sulle spalle del povero.

La notte Martin sognò Gesù che gli restituiva la metà del suo mantello. Per Martin fu un segno della volontà divina: decise di lasciare l’esercito e di diventare cristiano per dedicarsi ai bisognosi anziché alla guerra. Divenne vescovo di Tours e il suo gesto divenne il simbolo del potere della carità e dell’altruismo, che trasforma i cuori e li riscalda.

La leggenda spiega che se ci apriamo agli altri, se siamo capaci di un gesto di generosità, la nostra vita si trasforma, arriva la luce e con essa il calore che spazza via l’inverno della vita.